di Silvia Ugolotti
Nulla da dire: a Langhirano c’è chi ha naso. Nel paese dei prosciutti, i signori dell’Istituto Parma Qualità decidono le sorti di una decina di milioni di pezzi di crudo all’anno con un sottile osso di cavallo. Lo infilano nel prosciutto e dopo averlo estratto lo annusano. Nel silenzio, tra concentrazione e tanta esperienza, scelgono quelli che possono essere marchiati a fuoco: sulla pelle una corona ducale a cinque punte. È la fase finale, forse la più appassionante, di un lungo processo di lavorazione, dalla salatura alle cantine. Il miglior prosciutto nasce qui, dove soffia il marino e le pietre conservano intatte storie di principesse e cavalieri.
Sulla Strada del Prosciutto e dei vini dei colli di Parma, una terra di fascino e di ricchezze naturali, Langhirano ha saputo sviluppare l’arte della norcineria grazie all’intraprendenza dei suoi artigiani e al clima favorevole alla stagionatura, l’aria buona che arriva dalla Versilia.
L’importanza della sua posizione geografica fu evidente già dai secoli XII e XIII e divenne presto centro di scambi e comunicazione tra la città, la zona collinare e i paesi di montagna. Oggi le aziende legate al Consorzio del Prosciutto di Parma Dop esportano in tutto il mondo e danno vita, ogni anno a settembre, al Festival del Prosciutto (festivaldelprosciuttodiparma.com), con appuntamenti all’insegna della gastronomia, dello spettacolo e della cultura. Il più importante, “Finestre aperte”, lascia ai visitatori la possibilità di entrare nei prosciuttifici, assistere al ciclo di lavorazione e partecipare alle degustazioni. I cultori della materia possono fare una visita al Museo del Prosciutto nell’ex foro Boario, un viaggio ricco di sfumature e scoperte per ripercorre la storia attraverso oggetti d’epoca (via Bocchialini 7, tel. 0521 218889). Per far scorta c’è l’azienda Fratelli Galloni (galloniprosciutto.it) che dal 1938 si fa garante di materia prima di qualità. Tra le chicche, il prosciutto in barrique, affinato in botti di rovere dove un tempo invecchiavano i vini.
In uno scenario ambientale di innegabile fascino il Castello di Torrechiara (castellidelducato.it) è a pochi minuti di auto da Langhirano. Esempio di architettura quattrocentesca, è simbolo di quella civiltà della bellezza che in Emilia ha diffuso manieri, rocche e fortezze, dal medioevo alla Belle Époque. Imponente e scenografico è stato fotografato, instagrammato e filmato da Bernando Bertolucci nella La tragedia di un uomo ridicolo” (1981) e durante le riprese di Ladyhawke” con Michelle Pfeiffer (1985). Fu progettato da Pier Maria Rossi, uomo d’armi e di cultura che volle farne una struttura fortificata per scoraggiare i nemici e i loro assedi e per coltivare l’amore. Massiccio e ben protetto aveva lo scopo di scongiurare ogni assedio nemico, ma anche di accogliere l’amata Bianca Pellegrini, la cui storia viene celebrata da Benedetto Bembo nei dipinti della Camera d’Oro. Le pareti sono rivestite da formelle in terracotta che raffigurano stemmi, emblemi e le iniziali intrecciate degli amanti.
Dal cortile d’onore, caratterizzato da logge, porticati e capitelli, si accede alla cappella di S. Nicomede e, successivamente, alle sale affrescate a “grottesche” da Cesare Baglione. Sul portale d’ingresso si parla di una rocca «altiera et felice», perfetta sintesi tra funzioni difensive e residenziali.
Intorno al castello ci sono le colline dove s’imbottigliano i vini della DOC Colli di Parma, i più rappresentativi e antichi della provincia. La malvasia di Candia, frizzante, fa coppia con i salumi quando è secca; se è dolce accompagna il dessert. Dalla Francia – ma ben acclimatato da tempi remoti, e ancor più diffuso in zona nel primo Ottocento durante il governo napoleonico – arriva il signorile e inconfondibile sauvignon. Va servito fresco per rendere onore al prosciutto. Dai vitigni barbera e bonarda (originari del Piemonte) si ottiene, invece, il Rosso dei Colli di Parma: corposo e sapido, è il vino di arrosti, brasati e bolliti. Vini che si abbinano ai piatti serviti dalla Taverna del Castello (tavernadelcastello.it) dove la ricerca della materia prima è la parola chiave: in una casa medioevale del 1400 ha una terrazza affacciata sulla valle per le sere d’estate.
Intorno sono tante le cantine che si aprono a visite, degustazioni e serate speciali come Cantina Lamoretti (lamoretti.eu) dove si rispetta l’ambiente e la vinificazione è orientata alla ricerca della piacevolezza e della tipicità. Fiancheggia le sue vigne il “Sentiero dell’arte” (sentieroditorrechiara.it) che dal castello porta a Langhirano fiancheggiando il canale di San Michele e attraversando boschi, prati, argini e vigneti. Passeggiando, s’incontrano installazioni d’arte contemporanea che dialogano con l’ambiente in perfetta sintonia.
A meno di un chilometro dal castello è da visitare la Badia di Santa Maria della Neve. costruita a ridosso del torrente Parma. Significativi, il chiostro quattrocentesco, il prezioso affresco “Madonna col Bambino”, opera di scuola lombarda e il Belvedere, una suggestiva architettura tardo barocca. Oggi la comunità benedettina possiede un laboratorio apistico per i prodotti naturali: creme, unguenti e oli speciali. Queste preparazioni si basano su ricette molto antiche, ereditate dall’attività dell’antica Spezieria di San Giovanni di Parma, dove fin dal 1200 si realizzavano medicamenti naturali.
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