“Solo travel”: l’arte di viaggiare in solitaria.

“Solo travel”: l’arte di viaggiare in solitaria.

Viaggiare da soli è una tendenza in crescita tra i millennial e le donne. Perché? Viaggiare in solitaria apre la mente, stimola l’autostima e offre l’opportunità unica di esplorare e scoprire nuovi luoghi e culture. Dall’Islanda alla Nuova Zelanda, ecco alcune destinazioni consigliatissime se anche tu stai pensando di organizzare un “solo travel”.
Secondo uno studio di MMgy Global, tra le maggiori società di servizi e comunicazione per il turismo, una persona su quattro ha viaggiato da sola almeno una volta nell’ultimo anno. Sono soprattutto millennial e donne.

“L’arte di viaggiare pone una serie di interrogativi il cui studio potrebbe modestamente contribuire alla comprensione di ciò che i filosofi greci indicavano con la bella espressione eudaimonia, ovvero felicità”. L’ha scritto Alain de Boutton ne “L’arte di viaggiare”, un libro icona di partenze e ritorni.

Racconta come pochi luoghi risultano più favorevoli di un aereo, una nave o un treno in movimento al conversare interiore. “Era sempre me stessa che trovavo in fondo al viaggio”, disse Ella Maillart instancabile viaggiatrice del ventesimo secolo. Viaggiare è un desiderio permanente dell’uomo, un bisogno: chi lo fa per sentire la natura, per trovare appagamento e quiete nella bellezza dei luoghi e nella suggestione dell’arte, per identificare vocazioni e ispirazioni. Meglio se in solitaria per aprire la mente alle diversità, risvegliare creatività e capacità di adattamento.

Secondo un’inchiesta di Newsweek, infatti, nell’ultimo decennio le viaggiatrici solitarie sono aumentate del 70 per cento, un’opportunità per scoprire sé stesse e incontrare persone e culture lungo il percorso. Nell’ultimo anno, più della metà degli italiani (56%) ha viaggiato da solo: un dato destinato a crescere dal momento che sei italiani su dieci pensano di fare un viaggio in solitaria entro il 2026.

“Lasciare alle spalle la porta di casa e partire senza compagni di viaggio, stimola la propria intraprendenza: si esce dalla comfort zone e s’impara a gestire gli imprevisti. Muoversi in uno spazio che non ci è famigliare favorisce la capacità di affrontare gli imprevisti e trovare soluzioni adeguate in autonomia, consolidando in modo sorprendente la propria autostima”, spiega il dottor Paolo Mordazzi, psicologo e psicoterapeuta. Non solo. Liberi di esplorare luoghi sconosciuti senza distrazioni si è più attenti e percettivi, i sensi sono allerta e la curiosità al suo zenit: “Da soli, ci si predispone all’ascolto, ci si mescola con più curiosità a chi vive quel luogo.”

Viaggi solitari: quali mete scegliere

Scegliere la meta giusta per il proprio viaggio in solitaria, individuando luoghi scenografici, ma anche sicuri e amichevoli è una delle priorità. Per informarsi si può consultare il sito viaggiaresicuri.it che è sempre aggiornato, oppure dare un’occhiata al Global Peace Index, lo studio realizzato ogni anno dall’Institute for Economics and Peace per monitorare la pace in 162 nazioni nel mondo. Al primo posto, per esempio, c’è l’Islanda, terra di scenari grandiosi. Segue la Nuova Zelanda, remota quanto basta. Più vicino, ci sono il Portogallo e l’Austria. Dei paesi facilmente raggiungibili la Danimarca è tra i più felici al mondo: lo dice l’Happy Planet Index, stilato tenendo conto delle prospettive di vita, del benessere percepito dagli abitanti e dell’impatto ambientale in 151 paesi.

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