Insufficienza venosa cronica, flebopatie, cattiva circolazione periferica sono disturbi tipicamente femminili responsabili di reticoli capillari visibili, vene varicose, senso di pesantezza, gonfiori, crampi, formicolii e bruciori agli arti inferiori. Trattare e prevenire questi è possibile attraverso la terapia termale. Ne abbiamo parlato con la dottoressa Moana Manicone.
Le patologie relative a arterie, vene e vasi linfatici possono sfociare in malattie ben più gravi se non curate in tempo. Ne soffrono in particolare le donne per condizioni fisiologiche, come la gravidanza o scompensi ormonali come la menopausa. A queste si aggiungono condizioni comportamentali, come abbigliamento attillato e camminate su tacchi a spillo, vita sedentaria, aumento di peso.
Ginnastica vascolare in acqua termale.
Per affrontare questi disturbi in modo naturale ci si affida alla medicina termale. La cura si compone di due fasi: esercizi eseguiti fuori dall’acqua, sotto la guida di esperti del movimento, con l’obiettivo di iniziare ad attivare la circolazione periferica delle gambe, a cui fa seguito l’attività fisica e le camminate in acqua termale a temperatura variabile (vasca con acqua termale calda e vasca con acqua termale fredda) che provoca un’alternanza naturale tra vasocostrizione e vasodilatazione, stimolando ulteriormente la circolazione sanguigna, venosa e linfatica.
Inoltre, l’immersione in acqua provoca una resistenza di 12 volte superiore a quella dell’aria, stimolando maggiormente la muscolatura. Le due vasche sono profonde circa 80 centimetri (devono arrivare più o meno al bacino) con idrogetti a differente pressione che aiutano a drenare i liquidi che ristagnano sotto pelle.
Il percorso prevede generalmente 12 sedute , sulla base delle indicazioni del medico. L’alternativa al percorso con ginnastica vascolare, per le donne meno allenate o di età più avanzata è l’idromassaggio in vasca singola: la sua efficacia è ugualmente dimostrata.
Il metodo per il trattamento dei disturbi vascolari alle Terme di Monticelli.
“Il percorso vascolare in acqua termale si avvale di più meccanismi di azione: massaggio fisiologico plantare del camminamento, naturale massaggio del movimento in acqua, azione tonificante dello sbalzo termico sulle pareti dei capillari, azione dell’idromassaggio che si realizza grazie ad appositi getti d’acqua, effetto benefico delle caratteristiche intrinseche dell’acqua termale”, spiega la dottoressa Moana Manicone, specialista in medicina termale.
“In particolare l’acqua salsobromoiodica ha una potente azione drenante e antinfiammatoria: la prima riduce i gonfiori delle gambe e la seconda combatte l’infiammazione alla base delle patologie vascolari”. Il percorso vascolare può essere completato e integrato con sedute di massaggi linfodrenanti e pressoterapia.
Per prevenire e contrastare i disturbi legati a questa malattia è importante anche lo stile di vita. Ad esempio, la dieta. “L’alimentazione antinfiammatoria e ricca di antiossidanti accanto all’attività fisica regolare (camminate, nuoto e aquagym), rappresentano delle buone abitudini”.
Cellulite e ritenzione idrica: il percorso vascolare Kneipp.
Il percorso vascolare, ideale nei casi di vasculopatie periferiche, è utile anche per contrastare ritenzione idrica e cellulite. “Gli stimoli termici, meccanici e chimici riattivano la microcircolazione delle gambe, grazie anche all’alternanza di acqua fredda e calda. L’acqua fredda restringe i vasi sanguigni e consente di ridurre congestioni e infiammazioni, mentre l’acqua calda riduce tensione muscolare, gonfiore e cellulite”.
Quando eseguire le cure termali.
Le cure termali per la cura e la prevenzione delle patologie vascolari possono essere eseguite tutto l’anno, ma i periodi migliori sono:
- mesi primaverili, per giocare d’anticipo;
- l’estate per contrastare la sintomatologia più manifesta con le alte temperature;
- i primi mesi autunnali per rafforzare l’effetto benefico delle vacanze al mare.
Le cure e i trattamenti termali per le vasculopatie periferiche sono disponibili privatamente ma anche in convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale. In quest’ultimo caso, è sufficiente rivolgersi al proprio medico curante per la prescrizione del ciclo di cura.